IL CONGEDO DAL MONDO LAVORATIVO

IMPATTO SUL BENESSERE PSICOLOGICO  ED ADATTAMENTO AD UNA NUOVA STAGIONE DI VITA

Dott.ssa Romina Galmacci

Psicologa clinica- Specialista in Condotte di Dipendenza e Patologie Correlate

Nell’arco della vita di una persona,   il pensionamento, per alcuni desiderato, da altri temuto, rappresenta un passaggio particolarmente delicato, che comporta uno stress non indifferente, perchè ogni attività lavorativa riveste un valore simbolico per l’individuo, che consiste nella funzione di autorealizzazione e di  costruzione di un’idea di se stessi.

Il  momento difatti in ci si ritira dal lavoro  viene associato a:

  • vecchiaia , decadimento psicofisico
  • diminuzione del potere economico
  • inutilità e vuoto

Nella maggior parte dei casi, i  neopensionati  riescono  in un tempo ragionevole ad adattarsi da se’ ad un nuovo stile di vita, che comporta il cambiamento concreto sia delle attivita’ quotidiane, che quello del senso di identita. Normalmente, difatti  in una prima fase di transizione, il congedo dal mondo del lavoro conduce l’individuo  a fare un bilancio della propria vita e parallelamente a sentirsi  senza piu’ scopi, inutile ed incompleto, accusando una sorta di crisi di identita’,  causata dalla perdita di un ruolo mediante cui  spesso ci si percepisce e descrive e ci identifica .

Quali sono gli effetti del pensionamento sul benessere psicofisico?

Le conseguenze del pensionamento sul benessere psicofisico e/o la qualita’ di vita, in base alle teorie disponibili, non sono prevedibili, in quanto il suo impatto sara’ diverso a seconda di due  fattori

a) il tipo di occupazione svolto, caratterizzato  ciascuno da diversi carichi di lavoro, richieste e  grado di chiarezza del ruolo;

b) condizioni psicosociali di lavoro, che includono il rapporto e la comunicazione r con i colleghi e i superiori.

L’impatto sulla salute sara positivo, con effetti benefici di tipo antistress,  quando la persona prima del pensionamento svolgeva mansioni  gravose sul piano fisico ( es. operai), caratterizzate peraltro da  condizioni psicosociali frustranti., mentre sara’ negativo nel caso di tutti quei ruoli  gratificanti, non gravosi fisicamentte, magari piu’ sedentario, ma  che permettevano anche di alimentare relazioni soddisfacenti con i colleghi. Tale correlazione tra cattiva salute e pensionamento non è pero’ automatica, in quanto è  possibile ovviare al deterioramento di  alcuni aspetti cognitivi, quali la memoria, l’abilità verbale  e   la logica,  che si accellererebbe  più velocemente rispetto a quando il lavoro costringeva a tenere allenato il cervello ,  se si trovano incentivi che ne sostituiscano questa funzione, contrastando appunto le inevitabili  iniziali perdite di motivazione e vitalita’mentale e sociale..

Quanto tempo richiede l’adattamento a questa nuova fase di vita?

Nella maggior parte dei casi, l’effetto peggiore si osserva nei primi sei mesi, durante i quali i neopensionati vivono una vera e propria crisi di identita, causata della perdita del ruolo  socio-lavorativo, caratterizzata da sintomi depressivi di tipo reattivo, quindi normali ed accettabili,  quali tristezza, irritabilita’, noia, sensazione di spaesamento,   mancanza di motivazione e interesse  stanchezza fisica e mentale, problematiche del sonno, perdita della fiducia in se stessi .

L’impatto negativo sulla salute psicofisica, generalmente, si registra nel primo anno e mezzo dopo il pensionamento, un tempo necessario per superare il disorientamento e ridefinire abitudini, l’utilizzo del tempo e un nuovo stile di vita, individuando ed avviando delle attivita’ di vita quotidiana, in grado di fornire il senso di utilita’ e padronanza prima dati dall’attivita’ lavorativa.

Quando è necessario rivolgersi allo psicologo?

Nei casi in cui  i sintomi normali della depressione reattiva,  fossero troppo intensi o persistessero oltre la fase fisiologica di orientamento ,  è necessario per il neopensionato il ricorso allo  psicologo,  in grado di favorire l’assunzione di un atteggiamento positivo verso il pensionamento, in modo possa giungere a viverla come una nuova stagione di vita, anch’essa, potenzialmente gratificante.

Per fronteggiare l’iniziale disorientamento e la percezione del vuoto dovuto alla mancanza di impegni, è necessario  aiutare il neopensionato depresso a non guardare il passato, ma futuro ed il presente, iniziamdno a prendersi maggiormente cura di se stessi, dei propri cari ( es:parenti anziani e/o  tra coloro  hanno avuto figli,  i nipoti ), a   realizzare  e riprendere vecchi progetti ( es. viaggi) e/o   attivita’ trascurate o interrotte precedentemente a causa della scarsa disponibilita’ di tempo ( es. lettura, cinema, musei,  ecc…..)  e a individuare nuove attivita  a cui dedicarsi, di tipo motorio- sportive ( es; acquagym,  ballo, ecc) o sociali (es: corsi di gruppo per favorire nuove conoscenze, attivita’ di volontariato)

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