LA “MITOMANIA”:

QUANDO LE BUGIE DIVENTANO UNO STILE DI VITA


Dott.ssa Romina Galmacci

Psicologa clinica- Specialista in “Addictive Behaviours e Patologie Correlate”

Mentire è un comportamento  tipicamente umano, vale a dire una caratteristica  degli esseri umani, è funzionale all’adattamento, e non necessariamente è un indice di psicopatologia, anzi, nei limiti della “normalità” rappresenta un aspetto dell’intelligenza sociale. Difatti , in molti contesti della vita sociale e delle relazioni intime, le bugie sono  funzionali e necessarie per rispondere a diverse motivazioni e, non è un caso, che il comportamento del mentire abbia resistito sino ai nostri giorni.

Le bugie che fanno parte della vita quotidiana sono, per la maggior parte, “piccole bugie”, atti quasi istintivi, che restano comunque dei casi isolati, dettate da motivazioni reali: e’ il caso ad esempio delle “bugie altruiste”, quando la persona decide di non dire la verita’ per proteggere gli altri; quello delle “bugie egoiste”, che rispondono alla cosiddetta “desiderabilita’ sociale”, ossia dal bisogno di valorizzare se stessi e minimizzare i propri limiti; quello delle “bugie caratteriali”, tra cui quelle di timidezza, prodotte dal bisogno di nascondere la propria vulnerabilita; delle “bugie gratuite”, raccontate per puro divertimento,  e ancora quello delle “bugie di discolpa”, generate dalla  necessita’ di discolparsi da accuse piu’ o meno infondate, o dal bisogno di  evitare un conflitto e/o per difendersi

In tutti i casi sopramenzionati del mentire siamo ancora nell’ambito delle bugie occasionali: se i bugiardi occasionali conservano la coscienza dell’amoralita’ della menzogna,   i bugiardi cronici, la la perdono  e giungono a mentire con estrema naturalezza e senza farsi problemi.

Quando mentire diventa malattia?

Mentire si trasforma in  malattia, quando  diventa un’abitudine, l’unica modalita’ di relazionarsi con gli altri, uno stile di vita:  si parla  allora di Mitomania, o Mendacita’ patologica, un disturbo psicologico, caratterizzato dal mentire in forma compulsiva e patologica.

Chi’ è il mitomane?

Il mitomane è un individuo, piu’ spesso di sesso maschile, con tratti di personalita’ istrionici-isterici oltre narcisisitici.( solitamente è un narcisista), bassa autostima, mancanza di autonomia,  carenze nelle abilita’ sociali, forte suggestionabilita’, spesso sfiducia nelle persone e nelle relazioni (tratti paranoici)  tendenza a lasciarsi andare alla propria immaginazione.

Quali sono le caratteristiche fondamentali della Mitomania?

La Mitomania è caratterizzata da:

  1. 1. impulso irrefrenabile a mentire, allo scopo di dimostrare agli altri che il proprio valore, destare ammirazione, o comunque l’interesse degli altri.;
  2. 2. tendenza a deformare la realta’;
  3. frequente distorsione dell’ idea di se stesso e della realtà  (con conseguente tendenza abituale ad inventare bugie, a cui spesso finisce col credere)
  4. 4. ricerca di accettazione, alti livelli di ansietà, senso di impotenza , bassa autostima.

Quanti  tipi di varianti del disturbo si possono distinguere?

Si possono distinguere quattro tipologie del disturbo:

  • Tipo vanitoso (persona che si vanta),
  • Tipo  maligno (compensazione di un complesso d’inferiorità attraverso le malignità),
  • Tipo perverso(mentire per approfittarsi degli altri),
  • Tipo errante (persona che non fa che scappare)

Quali sono le cause della mitomania?

L’infanzia del futuro mitomane è  generalmente stata contrassegnata da critiche, giudizi negativi continui  e da  aspettative eccessive,  avanzate da genitori particolarmente esigenti,  i quali  hanno costretto il  bambino ad imparare a mentire, per fronteggiarle e a non deluderli. Da qui sorge il rapporto conflittuale con il cosiddetto Ideale dell’Io, ossia con la percezione di se stessi che si vorrebbe avere per sentirsi adeguati alla realta’ oggettiva e a quella sociale.

Cosa si nasconde dietro l’esaltazione di Sé del mitomane?

La mitomania è una patologia dell’immagine di se’, è indotta dal bisogno di creare negli altri ammirazione per la propria persona con storie fittizie o fantasiose, base dell’esaltazione di Se’, che  rappresenta una modalita’ patologica di difesa, rispetto al rischio di un crollo depressivo, provocato dal confronto con la realtà.

Quale l’impatto  sulla vita relazionale  del bugiardo patologico/mitomane?

L’interesse che suscitano le storie inventate nelle persone che le ascoltano soddisfano il mitomane e non fanno altro che, purtroppo, agire come “rinforzo” della sua malattia. L’inevitabile impatto del disturbo sulla vita del mitomane è in varie sfere: individuale, sociale, familiare e di coppia. Nei casi meno gravi il soggetto perdera’ la credibilita’ degli altri e  condurra’ allo sfinimento  i suoi familiari a causa delle sue bugie Nei casi peggiori, il mitomane arrechera’ gravi danni, di ordine finanziario e talora anche legale alle  persone che cadranno vittime delle sue  menzogne.

Il mitomane è consapevole della sua condizione patologica?

Il mitomane raramente è consapevole  della natura fantastica del suo racconto e  talvolta la sua partecipazione affettiva è talmente elevata, che  invece finisce con il crederci. Conseguentemente, per questa ragione,  non è abituale che gli individui  affetti da mitomania si rivolgano ad uno specialista e nella maggior parte dei casi,  quindi saranno le persone che sono loro vicine o i loro familiari  a denunciare la situazione e a cercare aiuto.

Cosa fare?

Solo un trattamento psicologico psicologico potrà aiutare  il mitomane a rintracciare  le cause nascoste della sua patologia. Il percorso terapeutico, che come  per ogni disturbo, richiede la collaborazione attiva del paziente, in questo caso risultera’ molto difficile da ottenere, perchè il mitomane non si considera malato.

Le finalita’ del trattamento, attraverso un lungo lavoro di introspezione,  consistono nel perseguire le seguenti finalita’:

  • condurre il paziente  ad esprimere desideri e bisogni
  • individuare i  pensieri che lo conducono ad alterare le realta’, nello specifico a cosa risponde il bisogno di ammirazione;

ed infine portarlo verso l’acquisizione graduale delle capacita’ di fronteggiamento della vita reale, ossia,  verso, prima, l’abbandono della tendenza a costruire invenzioni  e, successivamente, verso la conseguente  di  modalita’ sane di rispondere alle situazioni stressanti.

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