I BAMBINI CON  DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA’, INTERVENTO PSICOEDUCATIVO SUL BAMBINO  FORMAZIONE DEI GENITORI (parent training)


Dott.ssa Romina Galmacci

(Psicologa clinica-Specialista in Addictive Behaviours e Patologie Correlate)

Coss’ è il disturbo da deficit di attenzione/ iperattivita’ (DDAI)?

La Sindrome da deficit di attenzione/ iperattivita’ rientra nei disturbi del neurosviluppo[1] e è una sindrome caratterizzata da difficolta’ di attenzione, di controllo dell’impulsivita’ e del livello di attivita’   Si distinguono 3 tipi di disturbo da deficit di attenzione e iperattivita’ a seconda se prevalga l’aspetto di disattenzione, di iperattivita/ impulsivita e entrambi ( e allora si parla di “tipo combinato”). Difatti i  disturbo si manifesta principalmente con due categorie di sintomi :

  1. un livello di disattenzione marcato, che si manifesta nella facile distraibilita’ da stimoli esterni (  sbadatezza dei suoi comportamenti quotidiani ( come perde gli oggetti necessari per i compiti e/o le attivita’ di gioco ( come matite, penne, giocattoli ) nella frequenza  errori di distrazione nei compiti scolastici , nella difficolta’ a mantenere l’attenzione a lungo sia sulle attivita’ di gioco che sui compiti , nella difficolta’ ad organizzarsi sia nei compiti a scuola che a casa , che nelle attivita’ , nel non seguire le istruzioni e nel non portare a termine  i compiti scolastici, soprattutto quelli che richiedono uno sforzo mentale protratto;
  2. una serie di comportamenti che denotano iperattivita’ e impulsivita’

Quali sono i sintomi specifici della sindrome?

Andando nel dettaglio i  vari  sintomi del DDAI, ,nonostante le risorse cognitive e affettive adeguate, sono:

  • difficolta’ nel mantenimento dell’ attenzione e concentrazione e a lavorare su uno stesso compito per un periodo di tempo sufficientemente prolungato ( con la conseguenza che raramente riescono a completare un compito in modo ordinato);
  • disorganizzazione ( difficolta’ ad organizzarsi nei compiti e nelle attivita)  e tendenza a passare da una attivita all’atra senza averne completata alcuna;
  • difficolta a seguire le istruzioni fornite;
  • sbadataggine nelle attivita’ quotidiane ( perdita di oggetti in casa ad esempio)  e  facile distraibilita;
  • tendenza a parlare eccessivamente
  • incapacita’  in alcuni bambini di attendere il proprio turno ( es. interrompere persone che conversano)
  • talora tendenza a giocare in modo rumoroso

Qual’è l’impatto della sindrome sulla vita’ quotidiana del bambino e della famiglia?

Le problematiche associate alla sindrome sono difficili da tollerare e gestire e sono ricche di conseguenze negative, sia per bambino/a, (perche’ l’intensita’ dei sintomi rappresenteranno un  causeranno un certo grado di disadattamento che si concretizza nella  compromissione del rendimento scolastico e sociale.) che per i familiari che spesso adotteranno per sfinimento un atteggiamento di passivitia’ e eccessivo permissivismo.

.In alcuni casi,  ci puo’ essere comorbidita’ tra Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattivita’ e disturbi  specifici dell’ apprendimento ( dislessia, disortografia, disgrafia e discalculalia). Dalle ricerche scientifiche, non è ancora chiaro, se siano i disturbi  dell’apprendimento a causare la sindrome ipercinetica o l’inverso, anche se attualmente, ,   nell’ambito scientifico, l’ipotesi teorica prevalente è che  che qualora siano presenti sia disturbi dell’apprendimento che i sintomi che caratteruizzano il Disturbo da deficit di attenzione e iperattivita, è che  sia l’ impulsivita e  le  difficolta di concentrazione e memoria, l’irrequitezza, l’affaticabilita’  a causare le difficolta’ suddette.

Come andrebbe affrontata la sindrome del bambino?

Si tratta di un disturbo  molto diffuso ed il cui trattamento per essere efficace, deve  essere ben pianificato ed agire su diverse “leve” allo stesso tempo, vale a dire affrontato su piu’ fronti,  da diversi punti di vista..

Il piano di intervento dovrebbe  essere sistematico, graduale e dovrebbe mobilitare in primis le risorse rappresentate dalla famiglia e della scuola. In particolare un programma di parent training, ossia di un piano che sia in grado di agire sui genitori e sui loro disagi, e, attraverso questi, possa influenzare positivamente il bambino/bambina, puo’ consentire al pazientino/a DDAI di ottenere miglioramenti consistenti consentendogli in futuro di affrontare con maggiore successo e serenita’ le richieste che la vita gli pone.

a) i genitori dovrebbero venire sensibilizzati e aiutati a collocare al posto giusto il disturbo del proprio figlio/figlia , a comprendere le sue difficolta’, aiutandoli a sviluppare attribuzioni realistiche e sensate relative ai loro comportamenti  e a sviluppare competenze  di relazionalita’ e risoluzione dei problemi che possono aiutare a convivere e interagire con loro in modo proficuo. Va spiegato negli incontri di Parent Training che Il bambino DDAI ha necessita ‘ ancor piu’ degli altri bambini in crescita di regole familiari, di routine, perche’ le regole sono per i soggetti con disturbo DDAI degli strumenti utili per migliorare la difficolta hanno di autoregolazione, ossia di autocontrollo. Le regole devono essere non solo chiare ma le giornate del bambinO devono essere strutturate e regolate il piu’ possibile . Piu’ le giornate saranno strutturate da regole, orari, attivita’,impegni e ritmi fissi e prevedibili , meno instabile e/o ingestibile  sara’ il  suo comportamento

b) anche la scuola e le maestre dovrebbero avere comunicazione della diagnosi di  DDAI dell’alunno/a, in modo da leggere in modo diverso il suo comportamento e comprendendo pertanto che si tratta di una bambino/a  con difficolta’ di autoregolazione, ossia di  autocontrollo comportamentale, che non riesce a inibire comportamenti iperattivi e impulsivi, che ha la tendenza a distrarsi facilmente e a deconcentrarsi e non si tratta né di mancanza di educazione, o di rispetto verso chi riveste il ruolo di insegnamento nell’ambito scolastico e che andrebbero prese delle misure in classe e negli atteggiamenti verso di lei specifici che potra’ suggerire loro  il clinico stesso.

Cosa deve fare il clinico negli incontri di parent training, ossia di formazione con i genitori?

a) Il clinico successivamente alla diagnosi certa effettuata con incontri con il bambino, test su di lui e i genitori, dovra’  in primis far compilare delle schede a ciascun genitore per rilevare la loro percezione di competenza genitoriale e come percepiscono il figlio : spesso emergeranno risposte del tipo il figlio è ingestibile, ecc… Si passera cosi’ a spiegare con parole semplici alla famiglia in cosa consiste la sindrome ai genitori, che non si tratta di una malattia e che le difficolta’ comportamentali presenta vanno correlate alla sindrome stessa e non   è una peste o un maleducato come spesso credono sia i genitori che gli insegnanti prima della diagnosi,  ma ha reali difficolta ‘ di autoregolazione e autocontrolla e che occorre aiutarlo a ridurle, non con atteggiamenti di minacce spesso adottati, o urla ne con  richieste formulate in modo vago o con piu’ comandi allo stesso tempo, ma specificando al cambino cio deve fare esattamente e formulando una richiesta alla volta.

b) In una seconda fase si chiedera ai genitori di compilare tutte le strategie eduacative sinora adottate, e si fara richiesta alla madre e al padre di farlo in modo seperato. Poi si passera ad analizzare le risposte e il clinico , chiedendo anche esempi concreti spieghera’  quali  non sono stati idonei e perche’.

c) In una terza seconda fase del parent training, è necessario fornire ai   genitori  indicazioni  di ordine cognitivo comportamentali e strategie di tipo psicoedutacativo   da adottare per la  gestione comportamentale  della bambino/a che non possono essere gli stessi  principi che si applicano ai  bambini che non presentano la sindrome. In una seconda fase è necessario  concordare con  loro congiuntamente ( devono essere d’accordo entrambi i genitori )  un elenco di regole familiare quotidane  , che  non devono essere troppe, devono essere formulate in modo chiaro e se da un lato non devono essere eccessivamente esigenti, dall’altro dovranno essere fisse, ossia mai negoziabili con il figlio/figlia .  Le regole dovranno riguardare ad esempio dovranno riguardare l’orario in cui andare a letto, in cui alzarsi, i compiti da fare, le pause ogni  tot minuti[2] per soddisfare il bisogno di muoversi, il giorno della spesa settimanale in cui aiutare la mamma o il papa, la fascia oraria in cui riporre i giochi,  le visite regolari ad un parente o a un’amichetta. Una parentesi di principi di psicologia evolutiva per sottolineare l’importanza delle regole nel processo di crescita dei bambini in generale e non solo a quelli DDAI. Difatti tutti i bambini hanno bisogno di regole educative  e rituali che rispondono al loro bisogno di prevedibilita’ delle situazioni e quindi di sicurezza. Si rivela necessario quindi  che entrambi genitori  siano autorevoli e non permissivi  e che essi forniscano le stesse regole, - mai mostrando ai propri figli di avere difficolta’ a farle rispettare ma è necessario  assumere un atteggiamento coerente, fermo  e lineare.

d) Il quarto step del parent training avra per oggetto la definizione con i genitori di un elenco gerarchico di punizioni o pegni ( che saranno per il figlio le conseguenze del rispetto o meno delle regole genitoriali)  da applicare al bambino con la funzione di depotenziare i comportamenti negativi  disfunzionali  e disadattivi e una serie di premi per potenziare invece quelli nuovi o comunque positivi, funzionali e adattivi. Ciascuno di essi andra’ correlato in modo proporzionale  ad uno specifico comportamento ritenuto di grado diverso positivo o negativo e cio ‘ richiedera riflessione,, ragionamento e tempo.Na fase si passera a costruire il prezioso prodotto finale, ossia l INVENTARIO DELLE REGOLE , DEI PREMI E DEI PEGNI, che una volta confezionato andra’ comunicato al bambino/bambina e in modo lo ricordi ogni giorno, appeso in un posto in cui sia a lui/ lei sempre leggibile. Difatti  una volta fissate le regole e le conseguenze che avra sia il loro rispetto che infrazione  l’elaborazione cartacea che prima di essere formulata va antesposta con tutte le pene o pegni sino a quel momento non hanno funzionato, come anche la loro negoziabilita’ con il figlio ,che si ripetera all’infinito va esclusa. “L’inventario delle regole, dei pegni e dei premi” cartaceo è uno strumento psicoeducativo molto importamente perche’ rappresenta un modo per fornir dei i “BINARI, vale a dire dei parametri ben precisi che aiutino il bambino con DDAI  a capire quali comportamenti sono positivi e quindi deve adottare e cosa aspettarsi se si comportera’ in modo diverso.

e) L’ultimo step consiste in  regolari incontri  con i genitori di monitoraggio per valutare i cambiamementi e/o miglioramenti  verificatosi o meno  ogni 45 giorni circa.

Con quale atteggiamento i genitori dovranno applicare l’inventario messo a punto delle regole, premi e pegni?

Come evidenziato poc’anzi, oltre a mantenere le Regole chiare ,  mai negoziabili e ad  accompagnarle da premi e incentivi   per i comportamenti nuovi acquisiti   con il fine di rinforzarli,  nel caso dei cosiddetti  correttivi , ossia  rimproveri  e punizioni che hanno la funzione di disinnescare  un tipo di comportamento negativo, il genitore dovra’ adottare sempre un  atteggiamento FERMO, COERENTE, LINEARE  MA AMOREVOLE.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Dott.ssa Galmacci (psicologa clinica – Specialista in “Addictive Behaviours e Patologie Correlate” Universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Roma)  riceve su appuntamento, presso lo St. Tutela Medici Estetici (T.M.E.), Via Paolo Bentivoglio n° 41 ( p. 2° - int.13) 00165 Roma , ­ lo St Medico Polispecialistico,  Via Cicerone n°44 00193 Roma, ­ il Medical Beauty, Via Ravenna n° 11 00161 Roma  00161,,) - il Cassia Physio Center, Via Valle della Storta n° 23/a 00123 Roma (centralino 06/30896538)  http://www.fisioterapiacassia.it/psicologia/psicologia)  ­ presso lo St. Medico, Via dei Savorelli n°24 00164 Roma

 

Per info Cell 324/6397634

 

 

 

 


[1] I distrubi del neurosviluppo  includono una serie di disturbi che iniziano a  manifestarsi nelle prime fasi dello sviluppo vedersi durante l’infanzia, cioe’ quando si è ancora bambini e sono di diversa tipologia: ci sono disturbi del neurosviluppo che sono caratterizzati da difficolta a restare concentrati ( Disturbo da Deficit di Attenzione/ Iperattivita)  o a apprendere delle cose  ( Disturbi specifici dell’apprendimento)ed un gruppo di altri molto piu’ gravi che  comportano problemi a stare con altre persone e a  comunicare  ( Disturbi dello Spettro autistico ,

[2] durata della pausa che andra stabilita dal clinico tramite colloquio con i genitori, i test somministrati al bambino per valutare il tipo di sindrome e la entita

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