Medico e chirurgo estetico 'a braccetto' con lo psicologo:
L’orientamento alla scelta nel percorso di modificazione
dell’Immagine di Sé.
Dott.ssa Romina Galmacci
(Psicologa clinica-Specialista in Addictive Behaviours e Patologie Correlate)
Parallelamente alla vertiginosa diffusione dei trattamenti di medicina e delle operazioni di chirurgia estetica, negli ultimi tempi, si è sviluppata un’attenzione particolare alle implicazioni psicologiche che motivano le domande degli interventi in tali ambiti.
Se è vero che la chirurgia estetica puo’ cambiare in meglio la persona, è necessario che prima di ogni tipo di intervento il rapporto del paziente con se stesso sia sereno perche’ se alcune recenti ricerche hanno evidenziato che la medicina e la chirurgia estetica possono produrre benefici per la maggior parte dei pazienti, con effetti positivi quali, incremento di autostima, fiducia in se’ stessi e capacita’ di socializzazione, altri studi ne hanno hanno fatto emergere anche paralleli e possibili conseguenze negative, visto i cambiamenti possono creare anche delle difficolta’ a livello psicologico.
Da qui nasce la necessita’ per il medico estetico e ancor piu’ per il chirurgo estetico di avvalersi della consulenza di un professionista della salute mentale, che sia in grado di valutare con attenzione i fattori che spingono alla richiesta dell’intervento, riuscendo in tal modo ad evitarlo in quei pazienti che, presentando gia’ problematiche significative di ordine emotivo, anzichè migliorare il grado di benessere, ne potrebbe peggiorare il livello di insoddisfazione.
Come sorge la nuova offerta di una consulenza psicologica nell’ambito della medicina e della chirurgia estetica ?
La necessita' di offrire al paziente il supporto di un professionista della salute mentale nasce originariamente per casi clinici particolari, come le richieste da parte di
a) pazienti troppo giovani ;
b) pazienti con desideri irrealizzabili e richieste in contrasto con il loro corpo dovute a problematiche psicologiche.
Varie ricerche hanno fatto emergere che dal 30% al 70% dei pazienti presentano problemi psicologici e/o psichiatrici e che le probabilità di avere un disturbo sembra maggiore in quelli che hanno subito operazioni multiple.
Perche sarebbe auspicabile trasformare la consulenza psicologica nell’ambito della medicina e della chirurgia estetica in prassi ?
Sarebbe auspicabile nell’ambito della medicina e della chirurgia estetica. fare diventare una prassi la consulenza psicologica, perche’ questa svolgerebbe una funzione preziosa anche per i casi dei pazienti equilibrati, in relazione alla rielaborazione guidata della propria immagine: difatti ogni intervento estetico, non comportando esclusivamente una modificazione dell’aspetto esteriore, ma anche nella percezione di Sé, della propria immagine e del proprio Io corporeo, rende necessario un breve percorso di rielaborazione finalizzato alla accettazione e alla integrazione della nuova immagine.
Quali sono i disturbi piu’ frequenti tra i pazienti che si rivolgono alla chirurgia plastica?
Le difficolta’ psicologiche piu’ frequenti dei pazienti che si rivolgono alla medicina e chirurgia estetica sono in ordine: il Disturbo di Dismorfismo Corporeo, a seguire il Disturbo Depressivo Maggiore, poi il Disturbo Ansioso, la Fobia Sociale ed infine la cosiddetta Dipendenza dalla Chirurgia. Il Disturbo di Dismorfismo Corporeo è un disturbo somatoforme per il quale la persona focalizza la propria attenzione su un supposto difetto fisico, reale o immaginario, che tende a divenire il pensiero dominante nella vita della persona
Quale dovrebbe essere la motivazione equilibrata per fare un intervento?
La motivazione equilibrata per approvare un intervento di medicina e/o chirurgia estetica dovrebbe essere il bisogno di migliorare l’apparenza di una zona circoscritta del corpo.
Quali i sono le motivazioni per cui un paziente si rivolge al chirurgo plastico-estetico??
Le motivazioni sottese alla richiesta di un intervento medicina e/o di chirurgia estetica possono essere varie:
a) esigenze fisiologiche, ossia il caso in cui un difetto fisico del viso o del corpo causa disagio o impedisce una vita corretta da un punto di vista fisiologico;
b) esigenze di tipo puramente estetico, come nel caso di un naso troppo grosso, un seno troppo piccolo o cadente;.
c) esigenze psicologiche palesi e/o inconsce, come nel caso di pazienti con aspettative irrealistiche
Quale è la valenza dell’approccio psicologico alla medicina e alla chirurgia estetica?
L’approccio psicologico alla chirurgia e medicina estetica permette:
a) una valutazione delle motivazioni consce ed inconscie del paziente;
b) ed allo stesso tempo la sua parallela assistenza nel percorso di cambiamento dell’immagine di Sé
In quali fasi articola l’intervento psicologico di orientamento alla modificazione dell’immagine di sè?
Si possono distinguere due fasi::
1) Fase pre-intervento : caratterizzata dall’ analisi delle motivazioni consce ed inconsce sottese alla richiesta del paziente , ossia delle ragioni più autentiche e meno consapevoli, con l’obiettivo in primis di escludere disturbi dell’immagine di Sè che potrebbero causare problemi ad intervento avvenuto (come ad esempio le dismorfofobie) .In questa prima fase prima dell’intervento lo psicologo:
a) svolge con il paziente uno screening (che consiste in un lavoro preparatorio rispetto alle sue aspettative, realistiche e concrete o meno circa l’intervento);
b) ed elabora un quadro della sua personalità, facendo luce su eventuali disturbi legati ad essa.
2) Fase post-intervento: caratterizzato dal sostegno nel recupero, nella gestione del cambiamento fisico e delle conseguenze possibili che essa puo comportare sul piano psicologico ( autostima, sicurezza in se stesso, e rapporto con il partner e con gli altri) .
In questa seconda fase, il ruolo dello psicologo consiste’ nel supportare e guidare il paziente, attraverso un lavoro assistito di elaborazione interna, verso, prima l’accettazione della nuova immagine di Se’ e poi verso una sua corretta integrazione con il mondo interiore.
Nelle prime settimane dopo l’intervento, anche dopo la guarigione, nonostante i cambiamenti molto positivi e evidenti (come paradossalmente anche l’assenza dell’imperfezione che prima causava disagio) il paziente puo’ sperimentare uno stato ansioso-depressivo, causati da quella che rappresenta una ’obbligata vera prova: il ritorno al sociale con la conseguente necessita’ di gestire l’impatto con i giudizi altrui, l’ aumento delle attenzioni e gli sguardi incuriositi. Anche qui, il supporto dello psicologo sara’ prezioso.