Le crisi di rabbia nei bambini: quando un segnale di crescita diventa la spia di fragilita’ emotiva
Dott.ssa Romina Galmacci
(Psicologa clinica- Specialista in Addictive Behaviours e Patologie Correlate)
Le Esplosioni di rabbia nella prima infanzia ,a partire dai 2-3 anni sono la regola, ossia un segnale di crescita, perche’ è proprio in questa fascia di eta’ che inizia la nota fase del no, una tappa fondamentale e faticosa per la definizione dell’identita’ del bambino, caratterizzata dalla ripetizione costante di una serie di no ad ogni richiesta dei genitori e da comportamenti e atteggiamenti oppositivi ( tirare e rompere oggetti, buttarsi a terra e piangere disperatamente, urlare in luoghi pubblici come al supermercato,, disobbedire, ecc..) che sono funzionali a scoprire il proprio io, a affermarsi di fronte agli altri e a sperimentare la propria volonta’.
Quale è la reazione emotiva maggiormente diffusa dei genitori alle crisi di collera del piccolo?
La maggior parte dei genitori, non è al corrente e conseguentemente non comprende la valenza di crescita che hanno il tipo di manifestazioni di tipo provocatorio, oppositivo ed esplosivo, qualora espresse in un arco di eta specifico evolutivo normale ( 2/3 – 6 anni ) pertanto, spesso di fronte la vasta gamma di atteggiamenti e comportamenti suddetti provano intolleranza, vivendo le crisi di rabbia dei loro piccoli come un affronto personale, Altre volte sperimentano sentimenti di frustrazione, sconforto, e sensi di colpa, pensando di non essere riusciti a svolgere in modo adeguato , efficace ed efficiente la loro funzione educativa e giungono a sentirsi dei padri e delle madri “ falliti”. Altre ancora, provano disagio e imbarazzo, soprattutto in quelle situazioni e contesti, in cui il loro bambino esplode in spazi pubblici e in presenza di estranei.
Come si manifestano le crisi di rabbia nella fase del no?
Le crisi di collera, fanno si che Dottor Jeckill improvvisamente si trasformi in Mister Hyde, possono manifestarsi sotto forma di scenate, o sembrare quelli che vengono definiti nel linguaggio popolare “capricci” e avvengono spesso in ambienti fuori casa ( es: il supermercato, negozi, il parco, ecc..) dove il piccolino è consapevole di mettere a disagio o in difficolta’ i genitori, di cui vuole valutare il limite e la reazione tramite comportamenti provocatori o di sfida..
Quali sono le cause scatenanti le crisi di rabbia nella prima infanzia?
La rabbia puo essere causata da diverse motivazioni , non sempre comprensibili a genitori e maestri, i quali spesso non sanno come comportarsi: si va da ragioni che possono essere valide anche per soggetti adulti, come stanchezza, stress, imprevisti, tensioni percepite all’interno della famiglia, eventi traumatici ( una madre che piange sempre di fronte il piccolo ad esempio) a eventi scatenanti per un adulto banali ma per un piccolo no, come la rottura della tazza preferita per la colazione, alla scomparsa di un giocattolo .
Cosa esprime il bambino attraverso le manifestazioni oppositive?
Esprime il bisogno di chiari confini e limiti da parte delle figure genitoriali : pertanto occorre questi ultimi in modo congiunto e coerente tra loro fissino e esigano far rispettare poche regole, chiare e ferme, che daranno sicurezza al bambino. Qualora i genitori siano troppo permissivi, o incongruenti, trasmetteranno al bambino nel primo caso insicurezza, nel secondo confusione, con un duplice rischio:
a) Crescere un bambino intollerante alle frustrazioni e insicuro;
b) Creargli problematiche comportamentali nella scuola primaria e quindi ostacolare il successo di una tappa evolutiva fondamentale per la crescita, una tappa che in genere ha termine con l’estinzione delle manifestazione di rabbia alla fine della scuola materna. Nel caso al contrario di un fallimento di questa fase, le manifestazioni oppositive e aggressive suddette si potrarranno nella scuola primaria , dove come è immaginabile, non saranno accolte dagli insegnanti, ma segnalate come gravi problematiche comportamentali, che denotanto fragilita’ emotiva e/o aggressivita’.
Quando le crisi di rabbia del bambino sono “segnali di crescita”?
Se le crisi di rabbia rientrano nel range della fase evolutiva del no, definita anche che di solito inizia tra i due e i quatto anni, queste rappresentano dei “segnali di crescita” perche segnalano per l’appunto l’inizio del percorso di autonomia, in cui la capacita’ acquisita di dire no è l’indice della consapevolezza di essere altro rispetto alla mamma e al papa’, di essere cioe’ un individuo a se stante. Ne deriva che il significato psicologico e relazionale di atteggiamenti e comportamenti oppositivi ( non solo dire no , ma anche scenate, capricci e crisi di rabbia piu’ o meno vistose) è quello di una modalita’ sana di impostare il proprio modo di essere, di costruire la propria “pelle psicologica”.
Come devono comportarsi i genitori nella fase del no?
È necessario che entrambi genitori rispondano al bisogno di prevedibilita’ delle situazioni che il bambino ha , fornendo regole e rituali, che hanno la funzione di prevenire appunto la rabbia.
Quali sono i fattori casuali che possono incidere sulla mancata estinzione delle crisi di rabbia entro la soglia considerata” fisiologica” ?
Mancanza di regole educative da parte dei genitori, regole che devono essere poche, chiare e ferme ( fisse) ma invece difficolta’ dei genitori a farle rispettare , assumendo un atteggiamento incoerente e non lineare, caretterizzato talora da una dannosa “negoziazione con il bambino” ( orario per andare a letto, alzarsi, regole relative all’igiene personale, il momento di riporre i giochi e fare ordine).
Come affrontare in modo corretto un genitore una crisi di collera del proprio piccolo?
Nel corso della crisi di rabbia, il genitore è necessario IGNORI la scenata in attesa la collera si estingua e non deve in modo assoluto parlare al piccolo, alzare la voce, né invitarlo a smetterla, pena far crescere la rabbia In un secondo momento, quando il bambino sara’ piu grandicello ( 4-5 anni) e quindi in grado di esprimersi con il linguaggio verbale, ma esclusivamente dopo la rabbia della crisi è ‘ sbollita, il genitore dovra’ cercare di dialogare con il piccolo per comprendere le ragioni ci sono dietro l’episodio ( es: problemi a scuola o con qualche compagnetto, ecc…..) .
Quando allarmarsi e ricorrere all’aiuto di uno specialista?
Le crisi di rabbia non vanno piu lette come spia di crescita, ma di allarme, che deve spingere i genitori a consultare un esperto, in tutti quei casi in cui permangono oltre la normale fase del no, slittando dall’eta della scuola materna, fino l’ingresso nella scuola primaria.
La consulenza con lo psicologo servira’ per indagare il tipo di disagio nascosto dietro i sintomi comportamentali di ordine oppositivo e parallelamente, intervenire in modo tempestivo, per evitare che la fragilita’ emotiva e/o aggressivita’ del bambino, possa peggiorare di rilevanza , a causa di quello che sara’ un inevitabile atteggiaemento di intolleranza da parte della scuola delle sue alterazioni di condotte, che verranno segnalate come “gravi problematiche comportamentali”
La Dott.ssa Galmacci (psicologa clinica – Specialista in “Addictive Behaviours e Patologie Correlate” Universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Roma) riceve su appuntamento, presso lo St. Tutela Medici Estetici (T.M.E.), Via Paolo Bentivoglio n° 41 ( p. 2° - int.13) 00165 Roma , lo St Medico Longo, Via dei Savorelli °24 00165 Roma ( 06/636672) il Cassia Physio Center, Via Valle della Storta n° 23/a 00123 Roma (centralino 06/30896538) http://www.fisioterapiacassia.it/psicologia/psicologia)
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