LE DIPENDENZE AFFETTIVE : QUANDO L’ AMORE DIVENTA UNA PSICOPATOLOGIA

Dott.ssa Romina Galmacci

(Psicologa clinica-Specialista in Addictive Behaviours e Patologie Correlate)

La dipendenza affettiva è caratterizzata da “ossessioni”, che imprigionano i partners in legami malsani, distruttivi e/ degenerati, comunque malati dai quali è difficile e a volte purtroppo con esiti drammatici, impossibile liberarsi perche’ spesso, nonostante gli abusi subiti di ordine fisico o psicologico, si giunge a confondere questo tipo di relazioni di coppia perverse che implicano sofferenza,la gelosia piu’ accecante,…… con il grande amore della propria vita.

Ma l’amore puo’ essere quindi una psicopatologia?

La risposta è si, quando la finalita’ dell’amore non è la crescita dell’io e dell’amore stesso, ma al contrario nell’autodistruzione, nell’annullarsi e nella perdita di identita’.

La dipendenza affettiva difatti è caratterizzata dalla forte subordinazione dei propri bisogni a quelli degli altri con una conseguente perdita di identita’ .

Quale le cause della dipendenza affettiva?

Dietro la dipendenza affettiva frequentemente c’è scarsa autostima nonche’ il mancato sviluppo del sentimento di valore e dignita’ personale. Tale mancanza puo’ derivare sia da esperienze infantili negative, sia da un giudizio morale riguardo a se stessi rigido e persecutorio, oppure in alternativa piu’ o meno nascosto in quanto di tipo depressivo. Difatti i maltrattamenti fisici e psichici subiti

nella prima infanzia generano una ferita che coincide con l’ ”abbandono affettivo”, e la conseguente percezione del rifiuto e dell’essere “sbagliate”, una ferita che rimarra’ aperta nelle donne adulte, destinate a divenire dipendenti affettive, finche’ queste non compiranno un percorso su se stesse per sciogliere nodi e conflitti interiori.

Anche la precoce esperienza di accudire emotivamente uno dei due genitori, o entrambi, abitua la persona, futura dipendente affettiva, a sapersi prendere cura degli altri, accontentandosi di “briciole” affettive pur di sentire di esistere per qualcuno e di essere , per quest’ultimo indispensabile (J. Doane e D. Diamond, 1994). Nella donna spesso questo vissuto determina scelte del partner problematico da accudire emotivamente, illudendosi di poter cambiare l’altro come in una sfida con se stessa, un’ossessione per l’appunto come evidenziato all’inizio dello scritto.

Cosa c’ è dietro i pensieri ossessivi?

Le donne dipendenti affettivi temono di essere abbandonate, temono di sbagliare e di essere sbagliate, si accaniscono nei rapporti per essere amate, credono come nelle favole il rospo si trasformera’ in principe grazie al loro impegno e sforzi e dedizione.

Si tratta di pensieri ossessivi dietro cui vi è uno sviluppo rallentato della identita’ personale, una scarsa fiducia nelle proprie capacita’ e un atteggiamento ipercritico verso il Sé, causato da:

a) un mancato o difficoltoso attaccamento madre-bambino nel primo periodo di vita, come una difficile gravidanza, o il parto o una depressione post-partum. (Bowlby, 1988);

b) dall’apprendimento di un modello materno di donna “vittima” che si sacrifica per gli altri e in grado di entrare in contatto con gli altri esclusivamente attraverso relazioni simbiotiche (Mahler et al. 1975)

c) Dalle richieste di una madre bisognosa di che avrebbe costretto la figlia al cosiddetto capovolgimento dei ruoli, ricercando nella figlia stessa amore e riconoscimento narcisistico ( Main et coll, 1985)

Cosa c’è dietro il porre sempre l’altro al primo posto, ossia dietro la subordinazione dei propri bisogni a quelli altrui?

Dietro l’annullarsi dicendo di si’ a tutti, che poi produce spesso nella dipendente affettiva, sentimenti di rabbia connessi alla frustrazione di non vedere ricambiate le proprie attenzioni e

dedizioni, nonche la sensazione del vuoto e della perdita di identita’, c’è la antica paura dell’abbandono e del non essere amate di sentirsi rifiutate

L’unica accettazione desiderata e cercata in modo caparbio è quella esterna, ottenuta per l’appunto adattandosi ai bisogni dell’altra persona e “lavorando” per farsi amare, con la credenza che mettere l’altro al primo posto, nei propri pensieri e nel proprio cuore, rappresenti la garanzia della dignita’ di essere amati.

Cosa fare?

E’ evidente come questi eventi di vita lascino scivolare nella patologia facilmente. Un corretto supporto psicologico e percorso possono aiutare a corregere questa difettosa impostazione dei rapporti amorosi e delle relazioni affettive in generale.

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